Il medico prescrive la misurazione della proteina C reattiva (PCR) nel sangue quando sospetta che il paziente abbia un’infiammazione acuta, come un’infezione batterica o fungina, una patologia autoimmune (es. lupus eritematoso sistemico o vasculiti), una malattia infiammatoria intestinale (es. morbo di Chron) o alcune forme di artrite.
Essendo la PCR un marcatore generale d’infiammazione, un eventuale aumento del suo valore deve allertare il medico, che provvederà a prescrivere esami più approfonditi per stabilire una diagnosi.
Dopo aver valutato i risultati, il medico può orientarsi meglio e consigliare altre indagini di approfondimento.
La PCR è correlata a un altro esame usato per valutare uno stato infiammatorio: il test della velocità di sedimentazione dei globuli rossi (VES). A differenza di quest’ultimo parametro, però, la proteina C reattiva aumenta e diminuisce più rapidamente.